ࡱ> y{xDbjbj4D    $.4 0bbbbbQQQ?AAAAAA$HeQQQQQebbzQbb?Q?bM| +0QQQQQQQeeQQQQQQQQQQQQQQQQ :Interviste per Universit di Salerno Antonella Coppi D: Qual lidea di partenza da cui ha preso inizio questo tipo di iniziativa? R: Questo lavoro a cui approdiamo oggi con tanta soddisfazione lobiettivo di due anni di lavoro,di studio del territorio nazionale,di quanto si fa nel coro dellorchestra Universitaria,di quanto lavoro e di quanto ci sia bisogno ormai di istituzionalizzare queste attivit perch hanno un loro peso,perch portano cultura allateneo,portano valore aggiunto e portano unamplificazione della cultura in senso lato perch si va ad aggiungere alla formazione specialistica assolutamente necessaria promossa dagli atenei e per lintroduzione dello studente e del giovane lavoratore nel mondo del lavoro,che per chiede momenti assolutamente dedicati alle arti e per il nostro ateneo questa lunica occasione di praticare unarte che quella musicale. D: Che riscontro ha avuto questo convegno da parte degli altri atenei italiani? R: Dalle analisi di questi ultimi mesi ci sono 77 atenei sul territorio nazionale e su 77,57 hanno un realt musicale importante ed organizzata e su 57,50 hanno risposto a questo invito,queste due giornate tra relatori e le presenze in sala,veramente abbiamo avuto una presenza che andata da Bolzano fino a Catania e Messina per cui siamo molto soddisfatti:una grande partecipazione un grande riscontro chiaramente molte necessit diverse perch ogni ateneo organizzato in modo suo e nel rispetto della propria autonomia ma tutti con un obiettivo comune,quello di organizzarci in una sorta di voce unitaria,un coro che possa produrre a livello nazionale delle belle iniziative valorizzando quello che si fa allinterno delle universit in ambito musicale. D: Quali sono le prospettive future che lei immagina possa avere la musica i cori le orchestre universitarie e soprattutto qual il futuro di questo tipo di manifestazione,di questo tipo di evento se avr un seguito,delle nuove prospettive? R: Siamo molto soddisfatti perch proprio ieri in apertura sono state subito accolte proposte di riorganizzazione e di incontro come questi. Penso che saremo a Salerno fra due anni,lanno prossimo senzaltro a Sassari.Le risposte sono state positive,il lavoro senza dubbio tanto speriamo che si incominci in una sinergia comune,partendo proprio dalla istituzionalizzazione delle attivit musicali,passo che per chi lavora intorno alle attivit musicali importante perch significa sapere di un valore che lateneo riconosce a tutto questo lavoro che dietro che sottende appunto alle attivit musicali,quindi io spero in una grande spinta in questa direzione da parte di tutti e nella collaborazione di ognuno di noi proprio perch ogni ateneo ha le sue particolarit,voi di Salerno avete veramente molte iniziative,questa radio ne la testimonianza e quindi ognuno possa portare il proprio contributo. Antonello Mercurio D: Quali sono le attivit musicali svolte dal suo coro che riscontro hanno presso lUniversit di Salerno e quali sono le prospettive future che possono incontrare allinterno dellUniversit. R: Il coro un gruppo che sta crescendo,che sta maturando e come ogni gruppo universitario ovviamente pu avere dei picchi buoni ma anche negativi nel senso i ragazzi si laureano e trovano ovviamente un lavoro e quindi vanno via,c un ricambio abbastanza pronunciato. Il nostro coro in questo momento vive di buona salute fortunatamente perch sta diventando un coro stanziale nel senso che c uno zoccolo duro che si assestato e su quello stiamo costruendo i nostri percorsi i nostri progetti. Il coro come si sa allinterno del _________ questa nuova associazione che nata nel 2005 e ha ottenuto il favore e il consenso del Rettore e dellUniversit e di questo veramente sono molto grato a nome degli studenti ,ci sono una serie di cose su cui stiamo lavorando,nuovi gruppi che stanno nascendo dal punto di vista strategico abbiamo voluto particolarmente investire sul territorio daltronde,laccordo qui a Modena e Reggio Emilia mi ha convinto che loperazione di investire sul territorio,sta dando dei buoni risultati,non solo per quanto riguarda le relazioni con le istituzioni politiche provincia,comune,ma anche perch ritengo che lUniversit si possa integrare ancora di pi attraverso il nostro lavoro,le nostre operazioni se si sta anche fuori,quindi non solo allinterno del Campus poi il collegamento stato un momento straordinario perch ha dato ancora pi visibilit alle nostre cose e quindi ancora di pi grazie D: Qual il valore aggiunto,che attivit extracurriculari legate al mondo della musica possono apportare al percorso formativo dello studente? R: Il coro senza dubbio una disciplina durissima,lo studente non viene a fare il coro se non particolarmente interessato al canto e questo dipende anche ovviamente da chi dirige,io sono feroce con i miei perch altrimenti certi risultati non si ottengono,loro questo lo sanno,lo riconoscono e gli straordinari successi,lo posso dire veramente con enorme orgoglio che abbiamo quando andiamo fuori e i riconoscimenti che gli altri ci riconoscono mi fa capire che questa lunica strada possibile;la disciplina dura del canto laddove tutti sono utilissimi ma nessuno indispensabile quindi nessuno viene a fare la star,io credo che possa essere utile allo studente anche dopo,io credo che una cosa fondamentale non il sapere specifico,ma poi alla fine nella vita quello che conta sono le capacit di tessere i rapporti umani anche in ambito lavorativo,con la fermezza con una grande professionalit,per poi alla fine quello che conta sono i rapporti su questo che poi si innestano una serie di altre cose,quindi secondo me le attivit extacurriculari,il coro,lorchestra e altre sono attivit utilissime perch forgiano un allievo studente. D: Per lei rispetto a questo primo convegno del coro e delle orchestre universitarie,ha delle proposte da avanzare proprio in quanto maestro e direttore di un coro ai fini della realizzazione di un futuro network nazionale musicale di pi ampio respiro? R: Questo incontro secondo me importantissimo perch il primo passo verso la possibilit di avere unorganizzazione sul territorio capillare,oggi nonostante internet quello che importa sono sempre i rapporti umani che istauri,tutto il resto serve solo a consolidarli questi rapporti ma guardarsi negli occhi ancora pi importante. Siamo allinizio,credo che sia importante e che bisogna aspettare un pochino,un anno secondo me,bisogna rodare una serie di pensieri e possibilit,credo che sicuramente produrr dei fatti positivi. Luca Aversano D: Quali sono le attivit musicali svolte dalla sua orchestra,come sono organizzate e che riscontri hanno avuto nel tempo e hanno tuttora allinterno della sua Universit? R: Parto dalla mia esperienza salernitana,la citt appunto di cui sono originario,in cui sono nato e ho studiato allUniversit,dopo la laurea in contatto anche con Gianfranco Rizzo a pensare di ampliare delle attivit musicali,corali nello specifico allepoca,quindi si incominci a lavorare in questo coro,si fece una stagione di prove e poi dovetti lasciare perch andai per un dottorato in Germania,a Colonia e da allora non sono pi rientrato a Salerno e dopo questesperienza tedesca,approdai a Parma allUniversit di Parma fui chiamato per linsegnamento musicologico e appena arrivato a Parma cercai di mettere a frutto anche questa esperienza tedesca dove erano molto diffuse queste pratiche di orchestre universitarie,di gruppi presenti allinterno degli atenei e quindi pensai di fondare un gruppo analogo a Parma dove mancava unesperienza del genere e quindi nellautunno del 2000 si da il via alle selezioni,le audizioni,le chiamate,la raccolta di tutti i musicisti dellUniversit e si part con questesperienza che nacque attorno a pochi elementi quattro,cinque allinizio e pian piano si ingrandita nel corso degli anni siamo arrivati a toccare anche i quaranta elementi. Lorchestra suona un repertorio essenzialmente classico cos come classica la mia formazione di conservatorio e anche provengo,ho studiato anche al conservatorio di Salerno e quindi si passa da un repertorio barocco fino a quello classico con puntate anche nel novecento e nellottocento inoltrato. Il discorso stato positivo,abbiamo coperto il buco ,la lacuna di Parma perch esisteva un coro da tanti anni il coro Pizzetti che compie questanno quarantanni di vita,mentre invece era assente un gruppo strumentale orchestrale che in una citt come Parma invece,poteva trovare uno spazio come stato. Il riscontro tuttora buono facciamo attivit come tutti i gruppi,di scambi culturali,andiamo allestero siamo stati in Norvegia,in Germania,in giro per lItalia,anche a Salerno abbiamo fatto un concerto in collaborazione con il professore Angelo Meriali che lo organizz nella chiesa di S. Giorgio nel maggio di tre anni fa e cos in Calabria,e cos in molte regioni italiane come le altre esperienze universitarie raccontate dai colleghi. D: Volendo considerare questo primo convegno nazionale dei cori dellorchestra come un vero e proprio primo step verso la realizzazione di un network nazionale di pi ampio respiro quali sono le proposte e le strategie organizzative avanzate dalla sua universit? R: Questo un punto un po delicato,posso dire il mio punto di vista un po personale,nella mia Universit poi,se si riferisce a Parma,l c da concordare anche con la direttrice del coro una strategia comune,se si riferisce a Roma tre,la un altro discorso,li sono responsabile di un gruppo jazz appena costituito si chiama Dams Jazz Band in cui contiamo anche parecchi scambi eventualmente con i gruppi salernitani che sono molto pi avanti di noi in questo settore musicale. D: Una sua personale opinione riguardo il convegno. R: La mia personale opinione la posso tranquillamente dare,vedo estrema difficolt nel trovare una piattaforma comune soprattutto degli intenti degli obiettivi perch nelle caratteristiche i gruppi si somigliano un p tutti e una buona volont nellinteresse,nella passione nel la comunanza dintenti ma le pratiche nelle forme istituzionali negli statuti,riscontriamo parecchie differenze ma questo sarebbe il minimo quello che io vedo ancora assente la convergenza verso degli obiettivi chiari distinti che possono poi essere il senso unico di un coordinamento nazionale che vada oltre la semplice rete di contatti che ci deve essere perch fa piacere che ci sia per se si vuole creare una struttura che effettivamente funzioni anche per il futuro deve fare un discorso organico lUniversit,deve fare dei passi politici azzeccati e pensare di entrare direttamente in contatto con tutte le componenti universitarie,questo pu essere un suggerimento che io do al coordinamento che sta per nascere ecco di prendere contatto allinterno dellUniversit perch queste attivit vengano istituzionalizzate dappertutto e ci sia uno spazio certo e non affidato alla buona volont dei singoli come stato a Salerno adesso partendo da poche persone Gianfranco Rizzo lui avanti tutti,ma anche altri che non sto qui a nominare che li conoscete meglio di me,poi per pian piano ha assunto una dimensione istituzionale che va formalizzata in tutti gli atenei perch queste attivit possono poi essere stabili e non scomparire quando vanno via le persone che le hanno fondate. D: Quale crede che sia il valore aggiunto di queste attivit extracurriculari musicali rispetto al percorso formativo dello studente? R: Qui dobbiamo fare una differenza,il percorso formativo di uno studente di una facolt in cui la musica non presente nel piano di studi e uno studente invece in cui la musica non presente. Diciamo per uno studente di ingegneria un completamento culturale opportuno ma non dovuto nel senso che non indispensabile,anche se auspicabile che una cosa diversa,e quindi io sono assolutamente per lattribuzione di crediti quando possibile,secondo un controllo,una verifica della qualit delle attivit che ci vuole da parte di qualcuno,di chi il problema,chi dovrebbe valutare ancora non si capisce. Per quanto riguarda invece la formazione musicologica o di indirizzi tipo Dams,si io sono abbastanza integralista,sono per lobbligatoriet di queste attivit,cos come tanti paesi stranieri dove normale che uno studente che studia musica faccia anche delle attivit pratiche dia il suo contributo allo svolgimento di questi esercizi musicali,quindi assolutamente gli studenti di musica o di Dams farlo,devono essere obbligati non tanto per volontariato ma per obbligo di piano di studi . D: Per concludere quali pensa che dovranno essere i futuri passi da fare per un maggior riconoscimento dei cori e delle orchestre nel suo caso universitarie? R: La situazione molto complicata,articolata e complessa. I riconoscimenti dipendono dai singoli rettori dai singoli senati accademici e dai singoli consigli di amministrazione ,un coordinamento ovviamente pu premere ma non pu obbligare nessuno a riconoscere unattivit qualora il senato accademico non voglia farlo ovviamente e per lunione fa la forza,questo ovvio. Io sono per un coinvolgimento dei docenti anche di musica lho detto anche ieri in assemblea,lo ripeto anche oggi che si cerchi una sorta di interazione con tutti gli insegnanti,i professori di musicologia,di storia della musica,che non significa mettersi al servizio oppure farsi indicare la strada necessariamente da loro ma cercare la via del dialogo,non isolarsi perch questo pu essere pericoloso per le attivit e per inquadrare appunto queste attivit in un ombrello culturale pi ampio anche inglobare nei piani di studio,negli studi e nei progetti che si fanno nelle direzioni che intende prendere poi lUniversit,questo secondo me un punto da non sottovalutare. David Wilton D: Maestro le chiediamo subito quali sono le attivit musicali che vengono svolte allinterno delluniversit Bolognese e soprattutto quale riscontro esse ricevono da parte degli studenti . R: Il collegio Muse organizza una serie di gruppi corali con orchestre e sono gruppi,per quanto riguarda quello corale aperti il pi possibile a tutti gli studenti anche al gran numero di studenti di scambio che lUniversit di Bologna ospita tra progetti Erasmus . Abbiamo due cori stabili che sono un coro grande e uno da camera e in pi un laboratorio corale per tutti i nuovi che arrivano con o senza esperienza nel campo che vogliono accedere ai nostri cori principali. Lorchestre invece sono aperte solo a chi sa gi suonare uno strumento ,noi siamo uno scuola di musica e bisogna suonare gli strumenti, unorchestra attualmente di una sessantina di elementi,unorchestra sinfonica che suona sia da sola sia come accompagnamento al coro. D: Rispetto a questo primo convegno nazionale dedicato proprio ai cori e alle orchestre universitarie,ci sono delle idee o comunque delle proposte che lei in prima persona si sente di avanzare per dare un proseguimento ed una continuit alla musica e alla promozione delle attivit musicali allinterno delle Universit Italiane? R: Mi ricollego a quello che hanno detto gli altri relatori,ci sono delle iniziative come ad esempio la possibilit di concorsi di composizione per poter dare un nuovo repertorio ai cori universitari,importante anche avere uno spazio di coordinamento,mi viene in mente ad esempio il fatto che molti di nostri gruppi hanno degli scambi con dei gruppi italiani ma anche esteri e molto spesso il gruppo arriva anche da lontano,magari fa un concerto in un Universit poi se ne torna a casa,magari con un coordinamento fatto bene di questa attivit si potrebbe fare come fanno ormai anche gli altri ad economizzare riuscendo a proporre delle iniziative in pi citt. D: Quali sono secondo lei le prospettive future che iniziative come questa possono avere proprio allinterno delle Universit e nel suo caso nellUniversit di Bologna. R: Io credo che queste iniziative come tutte le cose produttive nel tempo libero degli studenti sono molto importanti proprio perch lUniversit per me deve riconquistare il suo senso di comunit,le attivit che invece andare ai corsi,con crediti,esami eccetera,il fatto di avere dei momenti dove gli universitari si uniscano al di fuori del curriculum ufficiale degli studi e tutta la comunit universitaria e non soltanto gli studenti,anche i docenti e gli amministrativi. Sono cose importanti perch la vita universitaria diventa una vera vita universitaria e non soltanto un servizio che rischia di essere un po ascetica. Enrico Lombardi D: A proposito di comunit universitaria degli studenti abbiamo anche il piacere di ospitare oggi con noi il Presidente giovanissimo del Collegio Musico eletto tra gli studenti relativo appunto al coro e allorchestra dellUniversit di Bologna e gli chiediamo cosa ne pensa essendo uno studente,un ragazzo appassionata di musica,cosa ne pensa della promozione della musica allinterno del mondo universitario. R: Io penso che sia una cosa fondamentale per quanto riguarda la nostra esperienza,il coro essendo numeroso,dal coro si formano poi anche dei gruppi,dei cori dellassociazione e quindi contatti con i vari studenti della facolt,quindi molto importante secondo me,questo lo dico da Presidente,la collaborazione con il Collegio Musi come con il Dipartimento con il Dipartimento di Musica e Spettacolo dellUniversit di Bologna,io stesso sono uno studente Dams,quindi penso che la collaborazione tra la nostra associazione e anche la musicologia universitaria bolognese sia una cosa fondamentale,ovviamente poi laggregazione che nasce tra noi studenti importantissima e piacevolissima. Paolo Coccorese Roberto de Prisco D: Qual il repertorio che stato proposto per questo convegno? P.C. : Noi proponiamo un repertorio un po diverso rispetto a quelli dei cori ordinari molti dei quali si sono esibiti anche stasera perch il nostro repertorio fatto di musica pop quindi brani famosi nazionali ed internazionali che siano riarrangiati per in modo un po diverso,sia perch sono brani contemporanei sia perch sono arrangiati in modo originale dal nostro maestro che Ciro Caravano . R.d.P. : Il nostro gruppo un gruppo atipico rispetto gli altri gruppi di musica,il repertorio che abbiamo riproposto ieri sera sostanzialmente si basato su musiche di Piazzolla,anche se abbiamo avuto il piacere di presentare un brano che stato composto da me quindi un brano nostro che abbiamo riproposto varie volte in questa occasione. D: Come organizzato il vostro gruppo rispettivamente? P.C. : Il nostro coro mantiene la struttura tipica di tutti i cori dellAssociazione Musica Italiana,essendo un gruppo numeroso,ha bisogno di un responsabile artistico che appunto Ciro Caravano che si occupa della selezione dei brani,dellarrangiamento dei brani e anche delle audizioni,inoltre da questanno ci coaudiver Maria Teresa Coprosino che una vecchia amica dellAssociazione Musica Ateneo ,poi c laspetto organizzativo di cui mi occupo io con laiuto regia e i ragazzi volontari del nostro coro quello che si occupa degli aspetti logistici:quando fare le prove,organizzare le trasferte e cos via. R.d.P. : Noi abbiamo una struttura completamente diversa invece,il nostro un piccolo gruppo,non abbiamo un responsabile artistico ma ci autogestiamo,fortunatamente tutti e tre abbiamo un buon background musicale per cui riusciamo a proporre delle cose buone. Per le audizioni non abbiamo un processo selettivo ,siamo aperti,anzi cerchiamo nuovi membri,se qualcuno ci ascolta e ha voglia di suonare tango allUniversit,basta mettersi in contatto con noi e cercheremo di inserirlo nel nostro gruppo. D: Credete che questa iniziativa possa contribuire alla realizzazione di un network nazionale? P.C. : Io fin dalla prima esperienza nellUniversit Italiana,ho sempre pensato che fondamentale lo scambio e in tal senso mi sono mosso per organizzare trasferte in Italia e anche allestero perch siamo stati in Polonia e anche altre trasferte pi limitrofe,abbiamo organizzato un incontro internazionale al quale hanno partecipato un coro spagnolo che poi ha ricambiato ospitandoci a Madrid e un coro tedesco,quindi noi siamo totalmente aperti sul fronte nazionale e addirittura internazionale perch crediamo che gli scambi culturali in generale possano essere utili alla vita delle persone, una cosa sulla quale tutti noi ci battiamo,per questo siamo assolutamente disponibili alla creazione di interscambi o cose di questo genere,colgo loccasione per ricordare a tutti quelli che ci ascoltano,uomini e donne che vogliono partecipare al nostro lavoro,troveranno sul nostro sito una registrazione,si renderanno conto di quello che facciamo. R.d.P. : Su questo punto credo che Paolo abbia detto gi tutto,io non faccio altro che ribadire la sua opinione perch concordo con quello che ha detto. Edgardo Filippone D: Quali sono le attivit musicali svolte dal suo coro,come sono organizzate e che riscontro hanno avuto nel corso del tempo e che riscontro hanno tuttora allinterno della sua universit. R: Per quanto riguarda il coro polifonico universitario unassociazione che si costituita nel 1992,inizialmente lassociazione era supportata anche dal punto di vista finanziario dallallora ente al diritto allo studio,poi con la riforma degli enti al diritto allo studio,non stata pi valutata questa attivit,unattivit rientrante nelle competenze dellEDISU. Quindi il coro si evoluto mantenendo una sua struttura autonoma nei confronti dellUniversit,pur essendo ospitato presso la facolt di Lettere e Filosofia e pur ricevendo dallUniversit per tutte le varie manifestazioni che noi facciamo sia allinterno dellAteneo che fuori da esso dei riconoscimento di richieste di patrocinio da parte dellUniversit stessa. Noi siamo in questo istante talaltro pur essendo,ripeto costituiti nel 1992,solo in questi giorni stiamo presentando alla Federico II al senato accademico,la richiesta di una convenzione. Le problematiche riguardano formalmente il fatto che soprattutto in questo periodo di vacche magrissime ci sono forti difficolt ad avere delle convenzioni in cui per attivit che vengono considerate extracurriculari perch sono extracurriculari si possa dare un finanziamento. Quindi noi vogliamo andare avanti comunque anche in assenza di una contribuzione ma per dare un ruolo ufficiale del coro che,strano a dirsi da una parte svolge delle attivit allinterno dellateneo,dallaltra poi non c una ufficialit del rapporto e questo vuol dire che noi pur essendo ospitati in una facolt dobbiamo sottostare giustamente alle necessit stessa,non solo ma entrare in un rapporto non tra enti,ma in un rapporto tra persone,e questo pu andare bene quando ci sono delle persone che hanno delle ampie vedute,pu andare un po peggio quando si possono cambiare gli attori che sono in gioco in quel momento. D: Considerando questo primo convegno come primo step diciamo verso la realizzazione di un network nazionale di pi ampio respiro,quali sono le proposte e le strategie organizzative avanzate dalla sua Universit? R: Per quanto riguarda il nostro coro,siamo molto interessati a far parte di un coordinamento nazionale proprio ieri discutevamo dei contenuti che sono sicuramente molto importanti al di l poi del contenitore che pu essere una fondazione, unassociazione o quello che sar,questo perch in Italia ci sono grosse difformit che sono legate proprio alle dimensioni delle Universit. Napoli un grosso ateneo,un super ateneo con oltre centoventimila studenti,un numero impressionante di docenti e dove persino la cognizione che c un coro presso lUniversit degli Studi di Napoli risulta difficile a far permeare a partire dalle matricole fino ad arrivare ai colleghi dellUniversit. Ci sono poi altre realt come per esempio quella di Salerno alla quale noi guardiamo con grande interesse perch rappresenta il punto oserei dire dove vogliamo noi tendere e dove tra laltro c anche un supporto dellUniversit non indifferente e questo rende la vita pi semplice,e quindi daltra parte chapeaux al gruppo di Salerno. La costituzione di un coordinamento nazionale deve per servire proprio a questo,a far capire ai nostri rettori,ai nostri docenti,ai nostri stessi docenti che non sono attivit tra virgolette ludiche,dove per ludiche intendo attivit fine a se stesse che servono per riempire al limite un pomeriggio,ma sono attivit di carattere culturale. D: Proprio su questo mi collego e le chiedo,quale secondo lei pu essere il valore aggiunto di queste attivit extracurriculari e musicali rispetto al percorso formativo di uno studente. R: Questo molto importante perch noi parliamo di cori universitari,ci sono tantissimi cori in Italia,dal coro della parrocchia che non voglio assolutamente sminuire,ma proprio per dire ci sono molti cori,i cori universitari hanno un segno forte ed il segno della cultura,per esempio a Napoli noi stiamo svolgendo unattivit di divulgazione anche di alcune chiese che hanno dei tesori con delle stupende tele e quindi noi prima del concerto teniamo dei piccoli interventi da parte dei cultori della materia,quindi unattivit olistica del coro,coro a cui abbiamo dato voce a delle opere a cui abbiamo dato voce alle parole scritte di un giovane compositore che si laureato a Napoli in matematica e svolge attivit di composizione di musica elettronica. Questo vuol dire che fondamentalmente il coro universitario al di l del piacere di stare assieme deve avere un segno forte,come segno forte ritengo un segno della cultura e far vedere che lUniversit non solamente chiusa in una serie di scatole che non hanno tra loro permeabilit ma che invece attraverso una cosa bellissima che il canto,da bambini si canta voglio dire,quindi una cosa che da un lato trasversale,trasversalit che riprende anche con gli stessi studenti Erasmus ,quindi ecco perch ancora di pi questo segno forte perch lo sforzo organizzativo che stato fatto in questi giorni a Modena e Reggio Emilia per costituire un comitato serve poi paradossalmente a sottolineare quasi unovviet,che lUniversit il nome porta luniversalit dei saperi. D: Quindi per concludere quali possono essere i futuri passi per un maggior riconoscimento dei cori e delle orchestre allinterno delle Universit? R: I passi sono su due livelli,su due piani,cio un piano di carattere organizzativo e un piano che di carattere anche economico. Sul piano economico io ho i miei personalissimi dubbi e ancora una volta ci possono essere realt locali sicuramente molto pi avanzate con disponibilit economiche che possono venire anche dal privato,anche la presenza di bonus e sponsor nellambito dei cori universitari secondo me importante. Laltro piano invece il piano organizzativo e questo piano estremamente delicato perch i cori come pure le orchestre nascono e si sviluppano attorno a un punto forte che il direttore,il direttore da chi deve essere scelto?E una scelta burocratica o una scelta artistica e qui allora diventa delicato il rapporto che pu essere con una struttura universitaria dove le decisioni sono decisioni molto spesso di carattere generale e quindi voglio stressare il concetto che bisognerebbe avere la libert di poter gestire il coro in un alveo che sia abbastanza chiaro e preciso di cultura e quindi da questo punto di vista,lUniversit dovrebbe stare tranquilla che quello che si svolge si svolge nel maggior interesse e nel pi alto interesse della cultura anche locale e dellUniversit stessa. Gianfranco Rizzo D: Quali sono le attivit musicali della sua associazione,come sono organizzate e soprattutto che riscontro hanno nel corso del tempo e hanno tuttora allinterno della sua Universit. R: Lassociazione Musica Ateneo nacque nel 1997 poi qualche anno dopo si trasform in Onlus sulla scia del successo che dimostr di avere un primo festival di gruppi musicali universitari che dimostr una grande vitalit del campus in termini musicali e artistici,si ebbe quindi lidea di organizzare questa grande vitalit e creativit formando dei gruppi musicali diretti da artisti e formati da studenti ma anche da docenti e personale amministrativo e da eventualmente musicisti dellUniversit e del territorio,primo gruppo fu lorchestra jazz che dopo pochi anni registr il suo primo cd,da li seguirono altri gruppi,oggi abbiamo avuto una lunga storia,sono stati formati due cori,unorchestra jazz,una camerata strumentale,un gruppo funky,un gruppo di tango a livello musicale,poi ci sono i gruppi di danza,un gruppo di percussioni e quindi tutto questo fa dellateneo salernitano probabilmente,lateneo che da la maggiore offerta musicale sia in termini numerici ma anche di ampiezza di differenziazione,di contenuti musicali agli studenti,c stato un riscontro molto significativo da parte dellateneo e degli studenti,abbiamo prodotto finora tre cd,siamo stati a festival importanti,si sono innescate poi sinergie con la parte comunicativa,con la web radio,sono nate delle riviste quindi i nostri studenti di scienze della comunicazione hanno collaborato con noi,quindi nato un movimento che ha contribuito forse prima di tanti altri a rendere il campus quello che oggi. D: Vogliamo ricordare che lassociazione Musica Ateneo presente a questo primo convegno con tre formazioni:il coro pop,trententango e lensemble vocale principe Sanseverino. Considerando questo primo convegno nazionale dei cori e dellorchestra come primo passo verso la creazione di un network nazionale di pi ampio respiro quali sono le sue proposte e le strategie organizzative presentate e avanzate dalla sua Universit? R: Riguardo ai tre gruppi in parte vero quello che ha detto perch effettivamente perch lensemble vocale e il principe di Sanseverino nato con Musica Ateneo poi ha fondato una sua associazione a parte,quindi per tornare alla domanda abbiamo presentato delle proposte che vanno un po nella direzione di quanto anche presentato dagli altri relatori e di quanto si sta discutendo proprio adesso. Diciamo che si sta parlando su due livelli,uno il livello formale di vedere che soggetto costituire se debba essere un soggetto di diritto privato o di diritto pubblico che tipo di legame e di rapporto anche stringere con la Crui che la conferenza dei rettori che molto interessata alla promozione di questo fenomeno e anche in che forma le Universit e i singoli gruppi universitari debbano partecipare ed essere promotori a questa struttura. C poi un discorso probabilmente pi importante sui contenuti ed riconosciuto da tutti la necessit di creare una rete per aiutarsi a vicenda in un qualche modo. In questi giorni si sono confrontate realt molto diverse tra loro,nelle sedi dove si lamentavano delle difficolt di comunicazione ,di emersione in un qualche modo che invece in altri casi erano state superate,quindi ci possono essere,pur nella differenza delle situazioni,delle ricette che possono servire ad aiutarci,si pu fere certamente rete,si possono organizzare dei festival e si pu promuovere lo scambio,queste sono le proposte che abbiamo portato noi,lo scambio e la diffusione dei cd prodotti dai vari gruppi nei vari Atenei,lorganizzazione di un convegno abbinato ad un festival di gruppi nazionali aperto ai gruppi internazionali,quindi il momento spettacolare che c stato per esempio in questo convegno,allargarlo ad un festival vero e proprio che vada su pi giorni,creare un servizio di informazioni e consulenza per i tanti problemi pensiamo ad esempio alla Siae,allEnpas,a tutti questi problemi che per chi si mette in maniera volontaristica ad organizzare qualcosa,magari venendo da un altro mestiere come molti di noi,rappresentano effettivamente degli ostacoli,promuovere per esempio anche una rivista,certamente un sito web,noi abbiamo anche offerto la nostra disponibilit,noi qualche anno fa abbiamo registrato un dominio proprio pensando ad un utilizzo di questo tipo,nel sito gi presente un archivio dei gruppi musicali italiani ed europei,da arricchire certamente,ma che pu essere una casa comune che noi mettiamo a disposizione di questo network nazionale. D: Quale crede che sia il valore aggiunto di queste attivit extracurriculari musicali rispetto al percorso formativo di uno studente universitario? R: Ci sono diverse ragioni,innanzitutto uno dei pochi percorsi formativi di gruppo,in un percorso formativo che principalmente di tipo individuale,mentre limpatto col mondo del lavoro porter lo studente a confrontarsi con realt in cui dovr collaborare con altre persone,quindi questo un aspetto molto importante. Quindi in un coro,ma in unorchestra anche bisogner imparare a gestire lindividualit ma anche a saper far parte di un gruppo,quindi questo a livello educativo questo gi un passo piuttosto impostante. Ce ne sono anche altri,pensiamo al fatto che i nostri studenti sono abituati ad aspettarsi che al proprio profilo di studi risponda poi un preciso profilo sul mondo del lavoro,questo sempre meno vero,forse non mai stato vero e oggi come oggi bisogna imparare ad un lato ad essere elastici perch il modo del lavoro,non ragiona con le logiche con le quali si preparano i piani di studio,e quanto meno cambia pi velocemente,soprattutto con la logica della globalizzazione,capita sempre pi spesso che uno studente si debba rimettere in discussione quando vanno a lavorare,magari dopo cinque anni con i lavori a termine che ci sono oggi,deve ricominciare e si deve rimettere in discussione, lesperienza di misurarsi durante i propri studi con una cosa completamente diversa, imparare a capire che si pu fare una cosa completamente diversa e farla con successo. Un lavoro di gruppo, dal punto di vista formativo molto importante proprio sulla mentalit della persona e poi serve anche a sfatare dei luoghi comuni,per esempio che lUniversit piena di tromboni,noi abbiamo avuto grosse difficolt a trovare i trombonisti,quindi questo non vero. D: Quali dovrebbero essere i futuri passi per un maggior riconoscimento soprattutto dei cori e delle orchestre universitarie? R: Fare quello che stiamo facendo,provare a concretizzare almeno una parte seppure limitata e magari neanche mettendo insieme tutti perch probabilmente parlando di cori c sempre qualcuno che canta fuori dal coro,quindi provare ad essere concreti,a porre degli obiettivi minimi comuni e per fare un passo avanti nelle forme che vedremo. Michele Paccagnella D: Quali sono le attivit musicali svolte dal suo coro,come sono organizzate e che riscontro hanno avuto nel corso del tempo,che riscontro hanno tuttora allinterno dellUniversit. R: Il coro ha allincirca dieci anni di attivit con la fondazione attuale di circa un anno e mezzo,le nostre attivit sono di tipo corale,organizziamo ogni anno dei seminari,quindi questanno denominiamo il coros live (vivere nel coro) e ogni anno abbiamo un coro estero che ci esponga un modo di cantare diverso da quello che di solito si sente in giro,per questo abbiamo chiamato il coro Tantanaqui,un coro italoamericano e spagnolo che ci hanno insegnato i loro ritmi sudamericani e i vari flauti chitarre e questi strumenti anche percussioni allinterno del coro. Ogni anno cerchiamo di chiamare un coro estero che ci possa insegnare qualcosa di nuovo e lobiettivo quello poi di andare in questo paese estero e portare sia quello che abbiamo imparato e cantarlo insieme a loro sia il nostro valore aggiunto,il nostro repertorio di qua. D: Considerando questo convegno come il primo step per la creazione di un network di ampio respiro nazionale quale crede che siano le proposte e le strategie organizzative realizzate magari dalla tua Universit? R: Secondo me fondamentale soprattutto per far si che ogni coro universitario ogni realt coma anche questa radio,anche se lo gi per gruppi musicali e gruppi studenteschi vengano riconosciuti dallUniversit e siano una vetrina non solo per lUniversit per la festa del laureato allinizio dellanno accademico,ma che sia unattivit culturale che possa dare formazione allo studente cio che possa dare formazione allo studente cio che abbia anche il valore didattico che un coro di per s ha gi al suo interno . D: Secondo te qual il valore aggiunto di queste attivit extracurriculari musicali rispetto al percorso formativo di uno studente universitario? R: Il valore aggiunto fondamentale,soprattutto per quanto riguarda un coro,letimologia della parola coro significa unione di persone e la cosa bella che gli universitari non sono tutti della stessa zona ma quindi anche valore socio geografico,socio culturale,avere coristi che arrivano dalla Sicilia,coristi che arrivano da Varese e unire queste diverse culture nel canto penso che sia una forma sana e pura di quello che oggi chiamiamo globalizzazione che non ha solo dei significati negativi ma anche significati positivi. Luniversit come universitas deve essere il bacino e promotore di questunione di cultura. D: Quali crede dovranno essere i futuri passi da fare per un maggiore riconoscimento dei cori e delle orchestre allinterno delle Universit? R: Quello che manca a tutti sempre e esclusivamente il finanziamento,senza soldi purtroppo non si riesce ad andare da nessuna parte,spesso come a noi accade ci si trova a fare pi concerti allestero che non in Italia,questo esclusivamente perch fuori dal confine sono pi interessate e sensibilizzate a questo tipo di realt quindi hanno maggiore ospitalit,hanno maggiore strutture,hanno molta pi logistica,quello di oggi sicuramente un passo fondamentale per costruire anche qua in Italia quello che c gi $%&6   4 %GEFIJ\]a#m2fTXÿÿǿǿǿǻǻhxhhSh$hs h4Xu5\h4Xuh4Xu5\hh4Xuh7%h\Wh&hrh*:{h4Xuh*:{5\h4Xuh5CJ\aJh*:{5CJ\aJh4Xuh*:{5CJ\aJ6%&6y FGHIJ]T!!!!"l+u,gdogdxgd\Wgd*:{$a$gd*:{ b!!!!!!!!!!% &&&''#(,(9(s(** +k+l+n++t,u,...V.W.////0v344699f===>>?>E>T>ŽŽ𶽲h Echz>55\hz>5hGh?}Gh3h4hh hhE hE h{hohifh93 h9Ih9Ih9Ih9I5\ h9I5\ hs5\h9Ihhxh]]8u,W..4559:?>@>A>B>C>D>E>T>?BBNCEEFII I I Igda gdgdGgd4gdoT>^?BBBBNCEENHpHI II0IJJkMnMMMMMMMQ QUUU0Z2ZDZ'\(\^^^ibffhZh[hknnoo8p9pZpr#t$ttt޼޼hxhVh*hShLhEhyh Echy5\hesh83hh Ech835\h Echk5\h Ech55\hkh5h Ech5\hha hxhz>58 I IIJkMlMmMnMoMpMqMrMsMtMuMvMwMxMyMzM{M|M}M~MMMMOPgd5gda PPQS}U~UUY1Z2ZDZ[*b+bc[h\h]hioootttttgdGgdxgdSgdEgd5ttttttvyyyyyyzz&{'{({{|||~CuЍэ 09yœƓ<=Dÿhrh*h hZh Chc5\hch%qh!_h(hWdh vhah|dh Ech Ech0M35\h0M3h*:{ h9Iha ha -tttttVu'{({|=эҍQxƓǓgd*gd vgdi<==Dgd*21h:p . 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